Ah come mi piace la Valtellina! Per noi comaschi tra le montagne più vicine ma mi rendo conto che per molti non sia una zona così conosciuta e allora mi fa sempre piacere raccontarvela un po’. Siamo stati in Valtellina qualche settimana fa e abbiamo goduto davvero a piano di una magnifica giornata d’autunno. Che bello questo periodo dell’anno in cui i colori risplendono magici sotto la luce del sole, e poi verso la montagna si ammira così bene il fogliage degli alberi e guardando un po’ più in su le prime vette innevate.
Ma veniamo subito a noi parlando del fattore culinario! Siamo stati a provare il ristorante San Carlo a Chiuro, un ristorante storico gestito dalla stessa famiglia da ben sei generazioni! Posizionato in modo “strategico” sulla strada principale, all’esterno è una bellissima costruzione in pietra, molto ben tenuta. Una volta entrati, Carlo, che oggi gestisce il ristorante San Carlo con suo padre e sua sorella ci ha accolti raccontandoci che una volta questa bella casa era una locanda, quindi oltre al ristorante vi erano anche le stanze ai piani superiori e la stalla per i cavalli, per farli riposare. Oggi quella stalla è la sala principale del ristorante che si affianca a una sala più riservata in stile storico con un grande camino e altre due salette dall’atmosfera intima.







Il menù del ristorante è territoriale con grande attenzione data alla tradizione Valtellinese. Tra le varie proposte tra gli antipasti il tris di bresaole – manzo, cavallo e cervo – e lardo e castagne, nei primi il risotto cunsc rivisitato con pesto di salvia, scalogno caramellato e patate croccanti e le manfrigole – delle crespelle – di grano saraceno al Bitto – formaggio super tipico valtellinese – e pancetta; nei secondi immancabile il brasato in questo caso di Fassona al Nebbiolo – e non pensate sia quello più conosciuto piemontese, questo è Nebbiolo valtellinese – e interessanti le costine alle erbe cotte a bassa temperatura.
Noi abbiamo optato per l’antipasto misto con salumi, chisciol – praticamente uno sciatt schiacciato, e per chi non sapesse cosa sia uno sciatt, è una sorta di bignè salato fritto fatto con la farina della taragna e al cui interno vi è del filante formaggio fuso – e verdurine in carpione della casa. Abbiamo proseguito con le linguine al camoscio e con gli immancabili Pizzoccheri che ci erano stati tanto decantati da Carlo e a ragion veduta, erano davvero molto buoni: la pasta è freschissima, ben tirata, né troppo sottile né troppo spessa e anche il condimento l’ho molto gradito. Non era troppo unto come spesso accade, insomma se si facesse una gara di pizzoccheri quelli del Ristorante San Carlo sarebbero sicuramente sul podio.
Di secondo ho assaggiato due cose per me nuove e che non vedo l’ora di rimangiare: la Cropa e il Taroz. La Cropa viene fatta con la stessa farina della polenta e viene mischiata con le patate precedentemente bollite nella panna, senza utilizzare quindi il burro. È molto soffice, non posso dire sia leggera ma diciamo che lo è di più rispetto alla polenta uncia. Il Taroz invece è un’altra cosa tipica valtellinese che però non si trova così spesso, esattamente come la Cropa. Praticamente è una sorta di purè con fagiolini verdi e formaggio fuso, gnam mi viene l’acquolina in bocca a pensarci. Queste due cosine leggere erano il contorno rispettivamente del cervo in salmì e dello spiedo all’antica, ovvero coppa di maiale cotta sulla brace di legno, profumata con alloro e ginepro. Entrambi realizzati in modo ottimo, il ristorante San Carlo è inoltre da sempre molto apprezzato per la selvaggina.
Per concludere la sorella di Carlo è arrivata con il carrello dei dolci, tutti realizzati da lei e tutti con un bellissimo aspetto. Le torte erano deliziose, molto buone e genuine, perfette per la chiusura del nostro pasto. Tra le altre abbiamo assaggiato quella al grano saraceno e mirtilli e quella al cioccolato.
Come vino Carlo ci ha fatto assaggiare un calice di Valtellina Superiore e abbiamo parlato con lui dell’importanza dei vigneti della Valtellina che sono anche particolarmente belli da vedere perché si inerpicano su per le montagne. Vengono infatti chiamati vigneti eroici proprio perché è da eroi raggiungerli, tenerli a modo e vendemmiare sulle rive impervie.










Dopo pranzo siamo andati a passeggiare vicino al Castel Grumello da cui si gode di una magnifica vista su tutta la valle. Inoltre proprio quel giorno si teneva la Valtellina Wine Trail una corsa che viene fatta tra le vigne e a cui è possibile partecipare sia a livello amatoriale che a livello professionale e quindi è stata una bellissima occasione per vivere anche quest’esperienza. La giornata era magnifica, il sole brillava, il cielo era proprio blu e abbiamo goduto appieno dello splendore della Valtellina.











Via Stelvio 48
Chiuro (Sondrio)
+39 0342 482272
Dalla domenica al martedì dalle 9 alle 15 e dalle 19 alle 22.30, mercoledì dalle 9 alle 15, venerdì dalle 9 alle 15 e dalle 19 alle 22.30, sabato dalle 9 alle 15 e dalle 19 a mezzanotte.
(antipasti 9€/14€, primi 7€/10€, secondi 13€/19€)