Contrariamente a come sono abituata a impostare i miei post sul blog, questa volta comincerò dalla fine, da quello che l’esperienza da Larossa mi ha trasmesso invece che dalla descrizione della location, perché quello da Larossa è stato un pranzo speciale e sono stata davvero bene.
Lo Chef Andrea Larossa assieme alla sua compagna Patrizia Cappellaro che, oltre ad essere Sommelier, si occupa della Sala, mi hanno accolto facendomi sentire completamente a mio agio, come se mi conoscessero, senza farmi sentire ospite e questo per me è davvero un grande plus. Andrea e Patrizia emanano gioia e felicità ad ogni parola, quando raccontano dei sacrifici e del duro lavoro che sta dietro al ristorante, quando raccontano del loro incontro proprio nel periodo in cui Andrea stava impostando l’apertura del ristorante e Patrizia si è ritrovata un po’ per caso ad aiutarlo e a lasciare la sua “vecchia” vita per iniziarne una nuova con lui, quando con orgoglio parlano del grande traguardo raggiunto nel 2017 quando sono stati insigniti della stella Michelin.
Patrizia e Andrea sono due ragazzi giovani che amano quello che fanno e che si “sbattono” tantissimo per il loro bellissimo sogno. Parlare con loro mi ha trasmesso energia positiva ed è per questo che ho deciso di iniziare questo post così 😊
E ora veniamo al racconto del nostro pranzo.
Il ristorante Larossa si trova in centro ad Alba, località che se mi seguite sapete che amo tanto, per i vini incredibili della zona e per il cibo anch’esso davvero strepitoso che si può assaggiare nelle Langhe. Non sarà mica un caso che in zona ci sono una ventina di stellati, no? E allora perché scegliere Larossa in questa grande varietà?
Dietro a una bella porta ovviamente rossa si nascondono due piani ben curati, raccolti, intimi, eleganti. Amo le pareti con i mattoni a vista, la sala con i soffitti a botte, i tavoli ampi e ben distanziati, con un bel tovagliato e la mise en place minimalista.
Il servizio è preciso e di classe, svolto con grande attenzione da Patrizia e Vincent. Sempre presenti ma molto discreti, precisi nelle spiegazioni e pazienti a soddisfare le richieste dei clienti.





Una bollicina apre il nostro pranzo, è lo Champagne Lallier R.014. Arrivano subito anche gli amouse bouche, una golosa carrellata:
L’Acciuga al verde rivisitata: spugna al prezzemolo, polvere d’acciuga e olio di Resia; Bignè con crema di cinghiale, miso, yuzu, polvere di peperone; Praline con paté di lingua, cassis e nocciola caramellata; Panzerotto con ricotta e pomodoro; Finta mela verde con bagna cauda e salsa di soia; Carciofo fritto con crema ai 3 latti; Chips di barbabietola con mais e latte di soia aromatizzato al cren; Polenta bianca con polvere di cavolo nero e gel di leristico.










Tanti, deliziosi, alcuni più legati al territorio, altri che spaziano maggiormente in Italia e toccano l’oriente e qui c’è un bel mix dello Chef. Lo Chef Andrea Larossa, classe 1980, nato a Verbania sul Lago Maggiore, mamma di origine laziale e papà lucano che hanno tramandato al figlio il piacere per gli ingredienti genuini, i sapori decisi e la gioia di stare a tavola. Durante la leva militare Andrea si ritrova ai fornelli di una cucina di servizio e lì inizia a capire che stare in cucina e preparare per gli altri gli piace parecchio. Da lì è un crescere, lo stage da Cracco a Milano poi l’esperienza alla Locanda del Pilone, sulle colline di Alba, per un secondo tirocinio “stellato” che gli permette di affinare le conoscenze e le tecniche della tradizione langarola, e lo introduce alla cultura nipponica dello Chef Kondo. Eccola qui la spiegazione del fantastico mix.
Passiamo all’entrée: il vitello tonnato, e che vitello tonnato. Questo è un piatto estremamente territoriale ma di quelli che ormai trovarlo ben eseguito è sempre più difficile. Invece Chef Larossa qui si supera: la qualità della carne è eccezionale, cotta perfettamente al rosa, la salsa perfetta, non stucchevole, non senza gusto, perfetta.
Continuiamo con il Granchio Reale: la chela scottata con il burro di cacao, pere marinate nel gin gelificato e crema naturale di gorgonzola – che appare scura in quanto priva di enzimi. Questo piatto mi ha sorpreso per i contrasti di sapori e consistenze e dire che l’ho apprezzato è poco. Ottima idea e realizzazione dello Chef.
Sempre pesce con il Moro australiano, un pesce pescato in profondità, grasso con una parte turgida. Proposto con latte di cocco, una salsa alla diavola e polvere di cocco disidratato che asciuga la parte grassa, ben bilanciato e dal sapore intenso. Mi piace la proposta non scontata e la bella presentazione oltre al gusto.
Come primo un piacevolissimo risotto con Carnaroli mantecato allo stravecchio friulano e polvere di liquirizia che amo. Qui c’è lo zampino di Patrizia che ha fatto conoscere ad Andrea le sue di zone, tra Pontebba e Ugovizza dove si trova appunto questo formaggio intenso e gustoso che Andrea ha saputo abbinare magnificamente alla liquirizia.
Di secondo un piatto che mi ricorda il bosco in autunno a guardarlo, per i colori e per la sensazione di “appena piovuto”: petto di piccione, amarene, wasabi, shiso rosso, sotto pralina di nocciola e wasabi. Il piccante del wasabi con il dolce dell’amarena, anche in questo caso un equilibrio davvero ben bilanciato.
Concludiamo con un dolce “esagerato” il Nevoso, lampone e lampone sotto la neve, realizzato con amido di tapioca, spuma di lemongrass, un gioco di lamponi e del croccante al cioccolato bianco.


Ordiniamo il caffè che ci viene servito con i suoi zuccheri e la piccola pasticceria: Cioccolatino al bergamotto, frolla alla liquirizia e al cocco e un bombolone alla Nutella, la regina di Alba.


Impossibile non parlarvi anche del mio amato cestino del pane, rigorosamente fatto in casa: trecce di farina di semola, pane al burro francese, sfilatino di farina di grano arso e noci, focaccia con pataten e origano, grassini di farina integrale, e in accompagnamento una mousse di burro salato. Goduria.
E per finire il vino, abbiamo scelto un Sottimano, Barbaresco Pajorè, 2015. Al naso sprigiona note di piccoli frutti rossi, di spezie e di cuoio. Alla bocca è energico, equilibrato, armonico. Un vino decisamente raffinato.
I piatti di Andrea sono caratterizzati da un grande equilibrio, sono ben bilanciati, si distinguono per sapori decisi e piacevoli. Il servizio in sala con Patrizia e Vincent è impeccabile, attentissimo, puntuale. La stella, per cui hanno tanto lavorato con coraggio e ambizione, è decisamente meritata.
Ristorante Larossa (Chef Andrea Larossa)
Via Don Giacomo Alberione 10/D, Alba (CN)
Tel. +39 0173060639
Chiuso il martedì e il mercoledì a pranzo