Gita a Mantova

Metti una giornata di sole d’autunno, la voglia di stare ancora un po’ senza giacche e cappotti e come al solito, la voglia di andare alla scoperta di posti a te poco conosciuti.. E così per caso un paio di domeniche fa sono finita a Mantova. Graziosa cittadina sulle sponde del Fiume Mincio che proprio in concomitanza del centro si apre in larghe anse che vanno a formare tre laghi: il Lago Superiore, il Lago Inferiore e il Lago di Mezzo. E Mantova sembra proprio sorgere da queste acque! Essendo una splendida giornata la città era vivace con negozi aperti, bancarelle di produttori locali, dei gruppi locali che suonavano nella piazza principale, insomma c’era un clima gioioso stupendo. Dopo un pranzo tipico da L’Ochina Bianca di cui vi racconterò fra poco, abbiamo fatto una bella passeggiata per il centro dove in piazza del Sordello vi era un mercatino vintage delizioso. Stupenda anche la piazza Castello, situata tra il Castello di San Giorgio e il Palazzo Ducale. Per finire piacevolissima la passeggiata lungo lago, molto rilassante.

Ma ecco un piccolo approfondimento per i più curiosi:

Storia
Nata come insediamento etrusco, la città passò ai Galli Cenomani e quindi ai Romani.
Divenuto possedimento dei Canossa intorno all’anno Mille e poi libero comune, prese parte alle Leghe Lombarde nel XII e XIII secolo.
Fu con Luigi Gonzaga, signore di Mantova dal 1328, che ebbe inizio un periodo di fioritura culturale e artistica. Il nome dei Gonzaga è rimasto legato alle sorti della città e del ducato fino al 1360 quando Mantova capitolò dopo l’assedio degli austriaci.
Annessa al Regno lombardo-veneto, la città lottò a lungo per l’indipendenza e l’unità nazionale, come racconta la sua storia risorgimentale, segnata dal tragico episodio dei “martiri di Belfiore”.

Da vedere
Fra le prime cose da vedere ci sono Palazzo Ducale e le sue 500 sale affrescate e decorate da artisti come Giulio Romano, Raffaello e Mantegna. Con i numerosi edifici collegati da corridoi e gallerie, i cortili e i giardini, questo bellissimo luogo assomiglia a una vera e propria città-palazzo che si estende su circa 35 mila metri quadrati.
Vicino piazza delle Erbe sorgono altri due splendidi edifici: Palazzo della Ragione e Palazzo del Podestà (1227), uno dei più antichi edifici pubblici di età medievale della città.
Accanto ai due palazzi da non perdere la quattrocentesca e caratteristica Torre dell’Orologio.
Nella zona orientale sorge il grandioso Palazzo Te, tra i luoghi più belli di Mantova, immerso nel verde e concepito come luogo di ozio e di mondanità per il principe Federico II Gonzaga.
Tra i luoghi religiosi, da visitare il Duomo (o Cattedrale di San Pietro), con il campanile romanico, la fiancata destra gotica e la facciata neoclassica, e la Basilica di Sant’Andrea progettata da Leon Battista Alberti, che ospita opere di Mantegna, del Correggio e di Giulio Romano. 

Cosa fare
Ricca di inestimabili tesori d’arte, Mantova, patria del poeta Virgilio, conquista con il suo fascino aristocratico.
Uno dei modi migliori per visitarla è percorrerla in bicicletta, osservando ogni strada  in cui sono custodite tracce di quei potenti Gonzaga che tanto l’amarono, e che le regalarono palazzi splendidamente decorati.
Oltre alla città anche le zone circostanti sono dotate di lunghe e curate piste ciclabili, che consentono di esplorare praticamente senza limiti tutto il tessuto urbano ed extraurbano.
Da non perdere anche una visita alla splendida Sabbioneta, piccolo gioiello urbano di valore inestimabile, nata dal sogno umanistico di Vespasiano Gonzaga, che assieme a Mantova è divenuta sito Unesco.

Dove mangiare

L’Ochina Bianca

In centro a Mantova, in una piccola stradina, è situata la Trattoria L’Ochina BiancaTrattoria L’Ochina Bianca, una bella insegna scritta a mano, la porta e le finestre ornate da piantine ci danno subito il benvenuto. All’interno un’atmosfera calda e famigliare con mobili anni ’50, antichi piatti alle pareti, luci soffuse. Il menù è tradizionale: tortelli di zucca, agnoli di manzo, riso alla pilota, varie ricette di pesce di lago. Tra i dolci la classica Torta Sbrisolona, tipico dolce mantovano, prodotta secondo la ricetta originaria e che può anche essere acquistata per portarsi a casa questa bontà. Veniamo fatti accomodare e ci portano come benvenuto dei piccoli ceci in insalata. Il cestino del pane è davvero invitante, soprattutto la schiacciata all’olio, deliziosa. Saltiamo gli antipasti tra cui spiccavano la vellutata di zucca con uvetta, i fiori di zucchine farciti con ricotta e fritti, la zuppetta di pesce completamente deliscato, il luccio al vapore su polenta con peperoni, grana e uvetta; tra i primi scegliamo i classici ravioli di zucca – ottimi, buona la pasta sottile e veramente saporito il ripieno – e i maccheroni con stracotto d’asino al lambrusco: delizioso il sugo! Come secondo impossibile resistere allo stracotto d’asino al lambrusco con polenta ma vedendolo passare sembra davvero invitante anche il guanciale di manzo stufato e si dice che L’Ochina Bianca sia particolarmente conosciuta per il suo fritto misto di mare con verdure fritte. Come dolce, oltre la famosa Sbrisolona, vi sono tra le proposte le meringhe cotte sul latte con zabaglione al Marsala secco che mi paiono invitanti ma alla fine optiamo per la classica torta al cioccolato con crema di zabaglione.

Gentilissimo e simpatico l’anziano proprietario, ottimi gli ingredienti, ben serviti i piatti e con giuste tempistiche. Adeguato anche il costo e davvero piacevole l’ambiente. Tornerò sicuramente!

 Appena fuori dal centro

Trattoria La Stella 

Poco lontano da Mantova, per andare a colpo sicurissimo, dovete provare questa trattoria; sarà spostata dal centro storico, ma vale qualche minuto d’auto in più.

Il locale all’interno è semplice e accogliente, ma nella bella stagione il suo meglio lo dà la zona all’aperto, circondata da rinfrescanti piante. Il servizio è piacevolmente cordiale, competente e attento. Quanto alle pietanze, invece, tutte rigorosamente locali, secondo le ricette tradizionali.

Abbiamo cominciato con l’antipasto misto mantovano che includeva, tra le cose, dei salumi locali, luccio in salsa, parmigiano stagionato e una mostarda di pere eccezionale.

I primi non potevano essere più tipici: riso alla pilota (un riso, non risotto, con carne di maiale) e ravioli fatti a mano. Il tutto innaffiato da ottimo lambrusco mantovano.

Per concludere, una golosissima meringata fatta al momento.

Per rendere l’esperienza ancora più dolce, ci hanno lasciato come cadeaux una piccola Sbrisolona da portare a casa.

Prezzi molto accessibili per un pranzo (o cena) da ripetere sicuramente.

 

 

Special Thanks a Stefano Ronchi per alcune immagini e la recensione della Trattoria La Stella!

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