In un caldo weekend di giugno, la proposta di partire per Bormio, in Valtellina, per scoprire tutto, o quasi, sul famoso amaro Braulio e le sue terre d’origine è stata un’occasione da non perdere.
Il tour si apre nel cuore di Bormio con un delizioso pranzo alla Steak House Braulio dove abbiamo avuto la possibilità di degustare una serie di prodotti locali, tra carni e affettati. Oltre ad aver provato il famoso amaro nella sua forma tradizionalmente liscia, abbiamo scoperto lo Spritz al Braulio: rinfrescante e davvero piacevole al palato, con tutta una serie di note aromatiche che caratterizzano l’amaro. Una scoperta che sicuramente vorrò riprovare e che vi consiglio.




Dopo pranzo, accompagnati da Edoardo Peloni, facciamo un viaggio indietro nel tempo, per scoprire la storia di questo amaro locale tra le cantine Braulio e le grandi botti di rovere di Slavonia dove riposa: un vero e proprio labirinto sotterraneo, che si ramifica sotto le strade e le case di tutta la città vecchia, riutilizzando in parte gli stretti cunicoli che un tempo erano le vie di fuga che consentivano alla popolazione di trarsi in salvo all’arrivo degli invasori.
Qui scopriamo che l’amaro è stato creato nel 1875 dal Dottor Francesco Peloni, un farmacista locale con la passione per quello che la montagna e la sua natura potevano offrirgli. Le sue ricerche, dopo svariate sperimentazioni, lo avevano portato a realizzare una miscela di tradizionali erbe aromatiche, bacche e radici dei luoghi vicini. Tramandata da una generazione all’altra da oltre 140 anni, la ricetta è un segreto gelosamente custodito sino a oggi.





Prima di proseguire, non poteva mancare il meritato (o più desiderato?) riposo ai Bagni Nuovi di Bormio.
Ricco di diversi percorsi termali e vasche, il suo punto forte è senza dubbio lo spazio esterno con vasche e vista sulla valle: un’esperienza perfettamente rigenerante da ogni punto di vista che si conclude con la cena nella splendida sala dei banchetti del Grand Hotel.









Con il nuovo giorno partiamo alla scoperta, all’interno del Parco Nazionale dello Stelvio, in località Forni, delle erbe che costituiscono il Braulio, o meglio, delle quattro tra le numerose erbe che concorrono alla produzione dell’amaro che sono conosciute e che contribuiscono a caratterizzarlo maggiormente: la genziana, il ginepro, l’assenzio, l’achillea moscata.
Il tutto non poteva che concludersi al Rifugio Forni con alcuni piatti tipici e immancabili della Valtellina: sciatt, polenta con salmì di cervo ed un’impegnativa, ma sicuramente appagante, coppa con castagne, panna e cioccolato.








E voi cosa aspettate? Un weekend in Valtellina rilassandosi e bevendo del buon Braulio è il perfetto escape dal caldo torrido della città!
Special Thanks a Stefano, mio ormai sempre più fidato collaboratore, per aver gioiosamente partecipato per il blog e a Braulio per lo splendido invito!