Road Trip South East USA – Part One

Rientro a Milano traumatico. Ancora un po’ sottosopra causa viaggio e jet lag, questa mattina varcare la soglia dell’ufficio è stata proprio dura. Ma con tanta pazienza e forza di volontà ci tocca!

Come vi avevo anticipato quest’estate ho scelto di fare un magnifico Road Trip nel sud est degli Stati Uniti: quasi 5500 chilometri in 18 giorni, 11 stati percorsi, tante persone incontrate, tanti splendidi paesaggi e migliaia di ricordi fissati per sempre nella mia testolina. Ah e poi loro,2 compagne di viaggio AMAZING, le mie amichette Nico e Ana che hanno reso questo viaggio unico e straordinario.

Così come avevo fatto l’estate scorsa, suddividerò il racconto in più post che vi faranno compagnia nelle prossime settimane. Ma non perdiamo tempo, eccoci qui con i primi giorni!

Questo viaggio è stato pensato a lungo, le mete principali studiate e solo una parte è stata lasciata un po’ al caso. In questo modo siamo riuscite a fare e vedere moltissimo, avendo però la possibilità di goderci qualche improvvisata e soprattutto di scoprire questi magnifici, caldi, accoglienti stati del sud che ci hanno donato serenità e felicità.

Abbiamo volato con Turkish per evitare le più scomode United e American, in questo modo abbiamo sì allungato un pochetto l’itinerario dovendo fare scalo a Istanbul ma almeno il comfort era garantito! Volo su Houston, grande città texana conosciuta più che altro come sede di tutte le grandi compagnie petrolifere, la città non offre molto se non un grande centro commerciale con persino una pista da pattinaggio sul ghiaccio funzionante anche ad agosto!

Houston

 

Il quartiere più carino è quello di Montrose ma non aspettatevi le classiche viette con negozietti e ristorantini all’Europea.. Si fa molto prima a farsi un giretto in macchina tra le viette e vedere i vari posticini passandoci davanti. Houston è stata la città di arrivo e di partenza, siamo state in due hotel diversi, entrambi nella zona Galleria, l’universo dello shopping: abbiamo di gran lunga preferito l’hotel e la cena della nostra ultima notte americana, quindi vi darò maggiori dettagli più avanti.

Arrivate alla sera e ripartite subito la mattina successiva in direzione Lafayette, Louisiana. Sulla strada tanto verde, tante paludi e fiumi che si buttano nell’Oceano del Golfo del Messico e qualche piccolo posticino turistico tipo Lake Charles dove ci siamo fermate per pranzo. Abbiamo scelto il Jag’s Bistro, un ristorantino di cucina del sud e cajun con affaccio su uno di questi fiumiciattoli dove ci siamo godute delle fantastiche quesadillas con gamberi. Il nostro cameriere era super gentile e ci siamo subito sentite ben accolte dal grande Sud!

Paludi

LouisianaJag's BistroJag's Bistro

Nel pomeriggio abbiamo raggiunto Lafayette dove avevamo prenotato al Blue Moon, una guesthouse con saloon in cui alla sera si esibiscono i musicisti. Una piccola stanza al primo piano ben realizzata con una parete interamente ricoperta di locandine di concerti tenutosi proprio al saloon e un bel balconcino con un tavolino e delle sedie. Lafayette è una cittadina semplice, una via principale con qualche negozietto, pub e semplici ristoranti, niente di incredibile ma per uno stop sulla strada un giretto ci sta. La parte migliore è stato il concerto serale proprio al Blue Moon dove si esibiva un cantante cajun che interpretava i suoi menestrel (una tipologia di musica, tipo cantilena che racconta la vita di questa minoranza cajun): autentico e impattante!

Blue MoonBlue MoonBlue MoonLafayetteLafayetteCedric, un cajun singer al Blue MoonBirre della zona

All’indomani dopo un’abbondante colazione al French Press – un locale molto stile newyorkese – in cui abbiamo provato french toast ripieni con una crema alla banana e formaggio (buoni ma eccessivi!), uova alla benedicte su english muffin e pancakes, siamo ripartite alla volta di New Orleans facendo tappa alla Laura’s Plantation, un’autentica piantagione da canna da zucchero, attiva fino agli inizi del ‘900. E’ stata un’esperienza molto interessante che consiglio a tutti di fare.

The French PressEggs BenedicteYogurt con granolaFrench Toast con ripieno di crema di banana e formaggioThe French Press

PiantagioneLaura's Plantation

Eravamo decisamente incuriosite da questa grande città, soprattutto per vedere cosa ne è stato di lei dopo il fortissimo uragano Katrina del 2006. Ci siamo ritrovate in una città caotica e piena zeppa di gente. Il nostro albergo (il Pere Renaissance -buon rapporto qualità prezzo-) era a due passi dal quartiere francese, maggior attrazione della città con tante viette ricche di belle casine basse, ristorantini e negozietti vintage a cui non abbiamo potuto resistere. Inoltre per caso mentre eravamo in città si è tenuta la Red dress run, una corsa benefica che è anche un’occasione per fare una gran festa. Migliaia di persone, uomini e donne, abbigliati con vestiti da donna rossi si sono riversati nelle vie del quartiere e, da bravi americani, hanno iniziato a far festa bevendo birra e cocktails già dalle 9 del mattino.

Pere Marquette HotelNew OrleansFrench Quarternegozi vintagenegozi vintage
French QuarterRed Dress Run

Sempre nel French Quarter vale la pena fare una passeggiata al French Market per comprare qualche souvenir e godersi un po’ di frutta e verdura fresca. Abbiamo pranzato con insalata e crab cake (la tortina di granchio, un classico del sud) per poi berci una rinfrescante peach lemonade home made.

French MarketFrench MarketFrench MarketInsalata con Crab Cake

A cena ci era stato consigliato di provare una delle istituzioni cittadine: il Commander’s Palace. Situato in un quartiere elegante e residenziale, questo bel palazzo storico su due piani con ampio giardino si presenta in modo elegante rispetto ai classici americani. Il menù è a base creola con dei grandi classici della Louisiana rivisitati. Abbiamo assaggiato la zuppa di gamberi, il pesce del golfo in crosta di noci pecan con una salsina di mais dolce, noci pecan speziate e granchio blu della Louisiana – davvero fantastico! – e granchio fritto con un’insalata di avocado, pomodoro e mais e purè di fagioli neri, lime e mais dolce. Per concludere ci siamo fatte consigliare da una cameriera e abbiamo scelto la loro specialità: una sorta di crumble con pesce dell’Alabama e noci pecan, fantastica!

Commander's PalaceCommander's PalaceZuppa di gamberiPesce del golfo in crosta di noci pecangranchio fritto con insalatatorta crumble di pesce con noci pecan

Tra le altre possibilità da segnalare nel French Quarter SoBou per cena – mi ha colpito la vetrina con tante bottiglie – , Croissant d’Or (come dice il nome specialità croissant, una sorta di patisserie francese) e Fleur de Lis (che a discapito del nome ha un menù molto americano con ottimi pancakes) per colazione. Le guide parlano sempre ampiamente del rinomato Cafè du Monde all’interno del French Market, sinceramente credo sia più che altro una turistata molto lontana dal gusto europeo: infatti vi servono dei bignet fritti ripieni di panna montata che ritengono siano un po’ troppo over the limit!

Croissant d'OrCroissant d'OrFleur de LisFleur de LisPancakes con Mirtilli

New Orleans è certamente uno di quei posti da vedere una volta nella vita: una città vibrante, dinamica, con tanti colori e una nuova vita che sta riacquistando dopo la grande devastazione subita con Katrina. Anche qui il calore e l’accoglienza del Sud ci hanno regalato momenti magnifici!

New Orleans

 

To be continued..

5 thoughts on “Road Trip South East USA – Part One

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